L'Italia è un paese cristiano, anzi il paese simbolo del Cattolicesimo. Le nostre famiglie, alcuni dei nostri amici, professano questa religione, come qualcuno di noi prima di abbracciare il Buddismo. Ma fino a che punto ci conosciamo davvero, al di là di banalizzazioni e generalizzazioni?
Ecco lo spunto per questo speciale: cominciare un percorso di conoscenza da costruire non solo attraverso la lettura di testi, ma soprattutto incontrandosi

Il percorso di questo speciale
ha inizio con l'invito al dialogo tra le religioni che Daisaku Ikeda
propone nelle pagine della Nuova Rivoluzione umana
in un capitolo dal significativo titolo Gioia,

si concretizza nello scambio tra membri della Soka Gakkai e appartenenti
alla comunità di San Leone nel quartiere romano di Boccea,

si racconta intimamente attraverso la testimonianza di una "coppia mista",

si approfondisce con un'intervista sulle questioni fondamentali
del dialogo interreligioso,

si conclude con un saggio sul contributo che il Buddismo
e il Cristianesimo possono dare alla costruzione di un mondo pacifico

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Incontro con i cattolici

Riflessioni sulla Cristianità

Cominciamo a parlarne

Incontro con i cattolici

In prima persona: Marco e Silvia

a cura di Roberto Carvelli

È sempre più comune e forse sarà consuetudine nel futuro che coppie unite nel vincolo del matrimonio o nella prassi della convivenza finiscano per essere separate dalla diversa convinzione religiosa. Nell'ambito di questo numero sul dialogo religioso tra cristiani e buddisti abbiamo pensato di chiedere a Marco Kuveiller, buddista, come abbia vissuto e viva l'unione con Silvia, sua moglie, cattolica. L'intervista che segue vuole essere un contributo alla possibilità di una felice convivenza tra pensieri distinti che in questo caso finiscono per essere inevitabilmente vicini e per segnare le tappe di una serena e rispettosa vita comune con princìpi comuni pur se mossi da istanze diverse.

Come vivete la differenza religiosa?
Non riesco neanche a immaginare un qualsiasi problema tra noi riconducibile a questa "differenza".

Vi trovate mai a parlare di questioni religiose?
Sì, ma non troppo spesso perché, se se ne parla, se ne parla con impegno e quindi ci vuole il momento giusto. Comunque si tratta sempre di un confronto sereno e rispettoso.

Avete dei punti di differenza o comuni?
Specifichiamo: tra una cattolica cristiana che vive serenamente e con convinzione profonda e un buddista che prova a essere tale, le differenze sono molte, moltissime, ma solo per quanto riguarda i princìpi. Per quanto riguarda invece il confronto da vita a vita c'è lo sforzo, ognuno dalla propria parte e di fronte al proprio oggetto di culto, nel creare tutto il valore possibile; e gli sforzi, credimi, sono gli stessi perché i limiti si trasformano in occasioni solo con un duro sforzo personale su ogni cosa che capita. Una cosa è certa: né a me né a lei piace un approccio superficiale alle cose. Spesso siamo felici di affrontare i problemi, qualche volta no, si sa, lo stato vitale non è sempre al massimo...

Vi è mai capitato di litigare per questioni legate alla vostra fede?
Mai.

Avete mai scambiato visite ai luoghi reciproci di culto?
Tutte le volte che c'è un evento, matrimonio, funerale, nascita, ricorrenza, che riguardi la nostra vita, noi siamo insieme, quindi se la cosa avviene in chiesa io ci vado e sto vicino alla mia famiglia, alla sua, ai nostri amici e a lei.
E questo penso valga anche per me, anche se non c'è stata ancora occasione di portare mia moglie al centro culturale del nostro Istituto.
Succederà.

Quali credi che siano i punti di distanza e quali quelli che uniscono?
Qui ti rispondo nello stesso modo con cui ti ho risposto alla domanda sulle differenze: i mezzi per raggiungere i propri obiettivi sono profondamente diversi, ma il desiderio profondo di compiere la propria rivoluzione umana è lo stesso e questo è chiaro a tutti e due e su questo ci rispettiamo, anzi direi che ci sforziamo di farlo il più possibile e spero che non smetteremo mai di farlo.
Non riesco a immaginare punti di distanza tra persone che credono che la propria vita abbia un grande valore e che questo costituisca una grande responsabilità verso tutto ciò che li circonda e quindi verso se stessi. Da questo punto di vista non ci sono punti di distanza, non ci sono. Questa è, penso, la cosa che ci ha sempre permesso di tenere lontano tentazioni di prevaricarci a vicenda o scappatoie per le nostre responsabilità personali. Di questo, posso dirlo con serena semplicità, siamo profondamente convinti, come, nello stesso tempo, siamo convinti che la strada per il nostro cambiamento è lunga e non finirà mai.

Cosa pensi della religione in senso generale? Immagino, che avendo questa differenza in casa, avrai trovato modo di farti un'idea su una società mista, multipla, differente per culti...
Se leggi il mio nome ti accorgi che la mia famiglia è stata un grande minestrone di culture diverse, a volta contrapposte: famiglia belga calvinista che si intreccia con una famiglia cattolica del centro Italia con tutto quello che questo può significare, nel bene e nel male. Da piccolo le vedevo bene le differenze e mi è stato insegnato che andavano rispettate, anche se poi ci sono riuscito mica tante volte.
Sia per necessità familiari prima, che per lavoro poi, ho molto viaggiato, sono stato ospite di tante culture diverse. Ogni volta ho sentito che non erano gli altri che mi dovevano capire ma ero io che dovevo farlo per primo, dovevo essere grato verso chi mi accoglieva, dovevo rispettare per provare la gioia di condividere e per essere rispettato a mia volta. A dirlo è molto più facile che a farlo, ma sono sempre stato convinto che deve essere così.
Quando ho incontrato una persona che la pensava così, anzi che poteva sostenermi e stimolarmi ad andare avanti, ho pensato che fosse quella giusta. E sono tredici anni che tutte le mattine sono grato al Gohonzon per avere avuto la fortuna di aver trovato un rapporto basato sul rispetto reciproco.
Arrivo alla risposta: non può esistere una società felice senza il rispetto e la valorizzazione delle differenze, e la coscienza di questo non basta mai, bisogna ri-determinare ogni giorno, tutte le mattine, il sonno della determinazione è sempre in agguato.
L'idea di accettare gli altri, di confrontarsi con loro, di sentire la loro umanità e di trasmettere la mia gioia di entrare in relazione con loro è una delle cose della vita che mi incoraggia ad andare avanti, e vivere con una persona che, pur con strumenti diversi, condivide i miei obiettivi mi riempie di grande gioia.

Credi che possa esistere un dettato religioso che accomuni tutti e qual è?
Non sono una persona che sa enunciare princìpi, ma penso che il desiderio di compiere la propria rivoluzione umana, quello sincero, sia il fattore comune che può far sì che le differenze siano grandi occasioni. Forse è la strada per kosen-rufu....?

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Strumenti diversi, obiettivi in comune

Dialogo: pensieri, parole e azioni

Il Cristianesimo e il Buddismo di fronte alla pace

Incontro con i cattolici

JIKAKU DAISHI (794-864)

Il colore brillava eppure sono caduti i fiori
in questo mondo chi può mai essere eterno?
Oggi, attraversando i profondi recessi dell'esistenza
non farò più sogni superficiali,
non sarò più ebbro di mondanità.

KYUNYO (917-973)

Al trono infinito del Buddha
nel regno del dharma
con fervore prego
per la dolce pioggia della verità.

Disperdi la febbre del dolore
radicata profonda nella terra dell'ignoranza
e irriga il campo della mente
dove l'erba buona cresce scarsa.

La mente è un campo illuminato da luce autunnale
con frutti maturi d'oro del sapere.

SAIGYO (1118-1190)
da Dieci poemi sull'impermanenza

la vita è così effimera
anche i vecchi tempi
in cui desideravo vivere
mille e più anni sono andati
in un sogno più che breve

RABINDRANATH TAGORE (1861-1941)
da Gitanjali

LXX

Non sei capace d'essere felice
con la felicità di questo ritmo?
di lanciarti e perderti e spezzarti
nel vortice di questa terribile gioia?

Tutte le cose avanzano impetuose,
non si fermano, non guardano indietro,
nessun potere può trattenerle,
esse scorrono impetuose avanti.

Seguendo il ritmo veloce
di questa musica incessante,
le stagioni vengono, danzando e se ne vanno -
colori, melodie, profumi
si versano in cascate senza fine
nella gioia straripante che si spande
e cessa, e muore ogni momento

da Il Giardiniere

LXXI

Con giorni di duro lavoro eressi un tempio.
Non aveva porte né finestre, le sue mura spesse
erano erette con massicce pietre.
Dimenticai ogni cosa, evitai
tutto il mondo: fissavo rapito contemplando
l'immagine che avevo posto sull'altare.
All'interno era sempre notte, e soltanto
le lampade ardevano piene d'olio profumato.
L'incessante fumo dell'incenso
avvolgeva il mio cuore nelle sue grevi spire.
Insonne scolpii sul muro figure meravigliose
in un labirinto di linee sconcertanti -
cavalli alati, fiori con volti umani,
donne con corpi di serpenti.
Non uno spiraglio fu lasciato per il quale
potesse entrare il canto degli uccelli,
il mormorio delle foglie, o il rumore
del villaggio operoso. L'unico suono
che echeggiava sotto la cupola scura
era quello dei miei incantesimi.
La mia mente divenne immobile e acuta
come una fiamma appuntita,
i miei sensi si smarrirono nell'estasi.
Scordai il tempo, fino a quando
un bagliore colpì il mio tempio
e un dolore mi trafisse nel petto.

La lampada sembrava pallida e confusa;
come sogni incatenati le sculture
sulle pareti fissavano insensate la luce
desideravano nascondersi.
Guardai l'immagine sul mio altare. La vidi
sorridente e viva del tocco vivente di Dio.
La notte che avevo imprigionata
aveva steso le sue ali ed era svanita.

ENDRE ADY (1877-1919)

Il sacrificio della sapienza

Ascolta, Dio, la serie delle mie virtù.
Credo, anche se ho litigato con la fede.
Espio, ma sono innocente. Trasecolo
per i non miracoli.
Sbugiardo il vero.
Con una lampada aiuto il sole a splendere.
Chiudo gli occhi per rinforzare il buio.
Do i miei spiccioli al ricco.
Insinuo nell'alveare il miele per le api.
Do il latte da bere alle mucche.
Spruzzo di vino la vite. Rido per la gioia del mio nemico.
Sospiro per la ragazza che non desidero
e, mi dimenticavo, devo anche morire.

Accogli, Signore, questo mio olocausto.

DAVID MARIA TUROLDO (1916-1992)
da Il grande male

Tutto deve ancora avvenire
nella pienezza:
storia è profezia
sempre imperfetta.

Guerra è appena il male il superficie
il grande Male è prima,

il grande Male
è Amore-del-nulla.

da Canti Ultimi

Non so quando spunterà l'alba
non so quando potrò
camminare per le vie del tuo paradiso

non so quando i sensi
finiranno di gemere
e il cuore sopporterà la luce.

E la mente (oh la mente!)
già ubriaca, sarà
finalmente calma
e lucida:

e potrò vederti in volto
senza arrossire.

GIOVANNI GIUDICI (1924)
da O Beatrice

Ciao, Sublime

Tu, cosa della cosa,
o Sublime.
Al di là della fine
e senza fine. Senza principio
al di qua del principio.

Sublime - esser per essere.
Sublime - divenire.
Crisma dell'imminenza.
Sublime - stella fissa del durare.
Non ancora presente presenza.
Superfluità della coscienza.
Ciao, Sublime. Ciao, Sublime.

Sublime che non si volta. Sublime che non si ascolta.
Sublime senza prima
né ultima volta.

Io no - che sempre aspetto
il cominciare, l'apertura.
Io no - per poca fede.
Per poca paura.
Io -senza occhi
per contemplarti.
Io che non ho ginocchi per adorarti.

Cosa della cosa.
Rosa della rosa.
Tu - rosa e cosa
ma senza le parole cosa e rosa.

Tu - non foglia che cresce
ma crescersi della foglia.
Tu - non mare che splende
ma splendersi del mare. Tu - amore nell'amare.

Ciao Sublime. Ciao, Sublime.
Ciao, Essere Umano semplicemente.

E io che passeggio con te.
Io che posso prenderti per mano.
Io che mi brucio di te
nel corpo, nella mente.

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Incontro con i cattolici

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