BS 184 / 1 settembre 2017
Dare vita ai pensieri attraverso le parole
Arcobaleni di speranza
In Giappone si dice che l'autunno sia la stagione perfetta per la lettura. Quali libri state leggendo al momento?Il mio maestro, il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda, voleva sempre sapere quali libri stessi leggendo e spesso mi domandava di cosa trattassero e cosa ne pensassi. Perciò mi sono impegnato con tutte le mie energie nella lettura e così ogni libro che ho letto è diventato un tesoro prezioso che ha arricchito la mia vita.

Anna Frank, la giovane autrice del Diario
Questa serie di incoraggiamenti del presidente della Soka Gakkai Internazionale Daisaku Ikeda, dal titolo Arcobleni di speranza, è rivolta ai bambini e alle bambine della scuola elementrare
Anna Frank, la giovane autrice del Diario
In Giappone si dice che l'autunno sia la stagione perfetta per la lettura. Quali libri state leggendo al momento?
Il mio maestro, il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda, voleva sempre sapere quali libri stessi leggendo e spesso mi domandava di cosa trattassero e cosa ne pensassi. Perciò mi sono impegnato con tutte le mie energie nella lettura e così ogni libro che ho letto è diventato un tesoro prezioso che ha arricchito la mia vita.
A ogni modo, guardandomi indietro, mi piacerebbe aver letto ancora di più. Ecco perché spero che proviate a leggere quanti più bei libri possibile.
Uno dei libri selezionati dall'UNESCO da includere nel programma "Memorie del mondo" è il Diario di Anna Frank. Sono certo che qualcuno di voi l'ha già letto. Fu pubblicato per la prima volta in olandese sessantotto anni fa, nel 1947. Da allora è stato tradotto in più di settanta lingue ed è letto in tutto il mondo.
Anna Frank (1929-45), l'autrice del diario, era una ragazza gioiosa e attiva che amava leggere. Per il suo tredicesimo compleanno il padre le regalò un diario, che lei chiamò "Kitty", e quando vi annotava i suoi pensieri era come se scrivesse lettere a un'amica segreta. Il diario le era molto caro, vi chiederete perché. Anna non poteva andar fuori a giocare e neanche frequentare la scuola: doveva vivere nascosta. In quella situazione difficile, il diario diventò il suo principale conforto.
Vi scrisse le sue memorie per quasi due anni fino a quando morì, all'età di 15 anni. La seconda guerra mondiale la privò della scuola, degli amici, della sorella maggiore, della mamma e infine della sua stessa giovane vita.
Il Buddismo di Nichiren Daishonin insegna: «Un giorno di vita è molto più prezioso di tutti i tesori del sistema maggiore di mondi» (Il prolungamento della vita, RSND, 1, 848).
Nulla è più prezioso della vita. Nulla supera la bellezza di poter vivere liberamente la propria esistenza.
Anna fu costretta a vivere celata in stanze chiuse separate dal mondo esterno, e nonostante ciò durante la sua vita riuscì ad accumulare molti tesori, di cui ha lasciato testimonianza nel suo diario. Dalla storia della sua gioventù impariamo il vero spirito della pace.
Anna Frank nacque in una famiglia ebrea il 12 giugno 1929 a Francoforte, in Germania, dove visse felicemente con i genitori e la sorella maggiore. Siamo cresciuti nello stesso periodo.
Secoli fa gli ebrei lottarono per costituire la propria nazione, ma gli fu sottratta da un potente impero. Avendo perso la loro terra, si dispersero per il mondo. Dovunque andassero, tuttavia, erano discriminati e subirono severe persecuzioni per centinaia di anni. Malgrado tali circostanze questo popolo si concentrò sull'educazione, facendo crescere molte persone che hanno contribuito al bene della società divenendo studiosi, artisti, medici e avvocati, guadagnando ovunque rispetto e riconoscimento.
Il signor Toda diceva spesso a noi giovani di imparare dagli ebrei, i quali rifiutarono di essere sconfitti da secoli di sofferenze e maltrattamenti, a cui reagirono diventando forti e capaci.
Sfortunatamente la discriminazione non si elimina facilmente. All'epoca della nascita di Anna, in seguito alla sconfitta nella prima guerra mondiale, in Germania c'era un tasso di disoccupazione molto alto. Fu in questo periodo storico che andò al potere Adolf Hitler, che addossò agli ebrei la colpa per la disoccupazione e per la povertà, togliendo loro il lavoro, privandoli dei diritti e arrestandoli anche se non avevano fatto nulla di male.
Queste azioni spinsero la famiglia Frank a lasciare Francoforte per trasferirsi ad Amsterdam, nella vicina Olanda. A quel tempo Anna aveva solo quattro anni.
Nel settembre del 1939 le truppe di Hitler invasero la Polonia, dando inizio alla seconda guerra mondiale. A maggio del 1940 l'esercito tedesco occupò l'Olanda, dove vivevano Anna e la sua famiglia. Il padre della bambina, che aveva percepito il pericolo, costruì un piccolo rifugio nella sede della sua azienda, che la famiglia Frank e un'altra famiglia ebrea usarono come nascondiglio. Cibo e altri beni di prima necessità venivano passati sottobanco dai dipendenti della compagnia e da altri aiutanti. I Frank dovevano rimanere al buio e fare attenzione a non fare alcun rumore, così da non essere scoperti e consegnati alle autorità naziste. Durante il giorno non potevano neanche tirare lo scarico del bagno o usare l'acqua corrente.
Vivere separata dal mondo fu veramente difficile per Anna, ma aveva la sua amica Kitty, il diario. Scrivere e condividere i suoi pensieri con l'amica segreta fece emergere dal suo cuore il coraggio di affrontare le difficoltà quotidiane.
Anch'io da giovane ho scritto un diario e capisco che tipo di forza le abbia dato. Nonostante fossi fisicamente debole e stessi combattendo con una malattia, feci del mio meglio per affrontare le sfide che avevo davanti a me. Per quanto fosse stata difficile la giornata, scrivere sul mio diario mi ha sempre incoraggiato e innalzato lo spirito, perché mi faceva pensare al mio maestro, il signor Toda, e a quanto stessi combattendo con convinzione come suo discepolo. Condividevo sinceramente quello che provavo e rilanciavo costantemente nel fare del mio meglio. Ho passato la mia giovinezza a ripetere questo ogni giorno.
Anna scrisse nel suo diario: «Ma non voglio importunarti con i miei desideri, anzi, voglio essere coraggiosa».1
Sebbene alcuni adulti che vivevano insieme a lei nel rifugio si lamentassero della loro vita, Anna rimase gioiosa e positiva. Scrisse: «Questa mattina la signora è di cattivo umore: non fa che lamentarsi. Prima per il suo raffreddore: non ha più gocce e non ci resiste a soffiarsi tanto il naso. Poi perché non c'è sole, perché l'invasione non viene, perché non possiamo guardare dalla finestra, eccetera eccetera. Ci fece ridere enormemente, e anche lei in fondo non doveva poi stare tanto male, perché rise con noi».2
Rifiutava di essere sconfitta e osservava: «Chi è felice farà felici anche gli altri, chi ha coraggio e fiducia non sarà mai sopraffatto dalla sventura!».3
Non perse mai la speranza e diceva: «Amiamo ancora la vita, non abbiamo dimenticato la voce della natura, speriamo ancora, speriamo... a dispetto di tutto».:4
Anna sognava di diventare una scrittrice o una giornalista. Più d'ogni altra cosa voleva vivere in maniera da aiutare gli altri. Scrisse: «Non resterò una donna insignificante e lavorerò nel mondo e per le altre persone».5
Purtroppo alla fine il nascondiglio dove vivevano Anna e la famiglia venne scoperto e furono tutti spediti in un campo di concentramento, un luogo di morte quasi certa. Anna si ammalò e morì nel marzo del 1945, appena due mesi prima che finisse la guerra.
Il padre fu l'unico membro della famiglia a sopravvivere. Pubblicò il diario di Anna per diffondere in maniera capillare le speranze della figlia per un mondo libero dalla guerra e dalla discriminazione.
Nichiren Daishonin scrive: «Le parole riecheggiano i pensieri della mente e trovano espressione attraverso la voce» (La dichiarazione unanime dei Budda delle tre esistenze, RSND, 2, 793).
Quando scriviamo nero su bianco i nostri pensieri e poi li leggiamo, diventano le nostre voci.
Quando scriviamo o leggiamo i nostri pensieri con uno spirito di amicizia, giustizia o pace, pure se riteniamo di non saperci esprimere le nostre parole arriveranno senza dubbio al cuore delle persone.
Spero che condividiate i vostri pensieri, scritti o detti, con i vostri genitori, i familiari, gli amici intorno a voi. È questa la via per diffondere gioia, essere bravi figli, allargare le amicizie e promuovere la pace.
Siate coraggiosi, scrivete, parlate e sfidatevi, proprio come ha fatto Anna e in suo nome!
Pubblicato su Boys and Girls Hope News, mensile della Soka Gakkai dedicato ai bambini e alle bambine delle scuole elementari, del 1 luglio 2015
(Traduzione di Audrey Quinto)