Da queste cinque puntate è stato tratto e rielaborato il testo pubblicato nello speciale “Per una Soka Gakkai giovane” di questo numero di Buddismo e società

In occasione del sessantesimo anniversario della nomina di Daisaku Ikeda a terzo presidente della Soka Gakkai, avvenuta il 3 maggio 1960, alcuni giovani responsabili nazionali giapponesi (Akiyasu Shiga, del Gruppo giovani, Mituso Nishikata del Gruppo giovani uomini, Hiroko Ogushi del Gruppo giovani donne, Koichi Kabasawa del Gruppo studenti e Reiko Hayashi del Gruppo studentesse) hanno intervistato per il quotidiano Seikyo Shimbun l'attuale presidente della Soka Gakkai Minoru Harada in merito alla grande lotta per kosen-rufu portata avanti dal presidente Ikeda.

Con questo articolo ha inizio la terza parte di questa serie. PRIMA PUNTATA Pubblicata sul Seikyo Shimbun del 3 settembre 2020 Creiamo una nuova, giovane Soka Gakkai! Shiga: Il prossimo 27 settembre si terrà online la “riunione mondiale dei giovani”. In vista di questo evento, i giovani di tutto il mondo si stanno impegnando al massimo nella pratica per sé e per gli altri, puntando a realizzare una crescita personale come mai prima. A partire da questa puntata, vorremmo approfondire insieme la lotta intrapresa dal maestro Daisaku Ikeda durante la sua giovinezza. Harada: Il presidente Ikeda afferma spesso che «la Soka Gakkai è una “Soka Gakkai giovane”»: voi ragazzi e ragazze siete la speranza del nostro movimento di kosen-rufu e della società intera. Nel periodo pionieristico della nostra organizzazione, subito dopo la seconda guerra mondiale, la maggior parte dei giovani stava soffrendo a causa di gravi difficoltà economiche. In tali circostanze Sensei – che all’epoca era un responsabile del Gruppo giovani uomini – incoraggiava così i suoi compagni di fede: «Siamo noi giovani a guidare le persone comuni di tutto il mondo. Approfondiamo insieme la grande filosofia della sacralità della vita, che costituisce il principio guida delle nostre azioni, condividiamola con le altre persone e diffondiamola ovunque!». Risvegliandosi alla grande missione di kosen-rufu, i giovani uomini si alzarono uno dopo l’altro e la squadra guidata da Sensei aumentò di tre volte in un solo anno. Tale impresa divenne uno dei capisaldi di una “Soka Gakkai giovane” valido ancora oggi. Il presidente Ikeda parla sempre con grande nostalgia e affetto degli undici anni trascorsi al fianco del maestro Toda. Personalmente ho avuto più volte occasione di ascoltare il racconto dei suoi ricordi, una guida preziosa per avanzare lungo il cammino di maestro e discepolo Soka. L’incontro di maestro e discepolo risvegliati alla missione di Bodhisattva della Terra: realizzare la visione del maestro Nishikata: Il giovane Ikeda incontrò per la prima volta il maestro Toda il 14 agosto 1947, un giorno prima del secondo anniversario della fine della seconda guerra mondiale in Giappone. Il loro incontro avvenne durante uno zadankai presso il quartiere Ota di Tokyo, dove Ikeda era nato. In quell’occasione il maestro Toda stava tenendo una lezione sul trattato di Nichiren Daishonin Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese; una volta terminata la lezione, si rivolse al giovane Ikeda – che all’epoca aveva diciannove anni – chiedendogli: «Quanti anni hai, adesso?» (RU, 2, 129). Harada: In realtà un compagno di fede del luogo aveva precedentemente informato il maestro Toda che in quella zona vi era un giovane che aveva perso un fratello maggiore in guerra e la cui casa era stata rasa al suolo da un bombardamento aereo, e che lavorava per sostenere i genitori. Quindi egli era a conoscenza della situazione in cui viveva il giovane. Credo sia proprio per questo che gli si rivolse con naturalezza e affetto come se stesse parlando a qualcuno che conosceva da tempo. Quando Ikeda gli rispose che aveva diciannove anni, il maestro Toda rimase profondamente colpito, perché la prima volta che incontrò il suo maestro di vita Tsunesaburo Makiguchi, dopo essersi trasferito a Tokyo dall’isola di Hokkaido, anche lui aveva diciannove anni. Si tratta proprio di incontri mistici tra maestri e discepoli. Ogushi: Quella sera Ikeda pose al maestro Toda alcune domande, tra cui: «Qual è il modo corretto di vivere?». Harada: In quel periodo, nel mezzo del caos e dei disordini del dopoguerra, le persone avevano perso di vista lo scopo della vita e il giovane Ikeda desiderava ardentemente trovare un fondamento filosofico che gli restituisse un senso di scopo e una direzione. Inoltre stava riflettendo seriamente sulla questione della vita e della morte, argomento che lo angustiava particolarmente. Il maestro Toda rispose alle domande del giovane con parole che arrivarono dritte al suo cuore, indicandogli una strada per aprire una breccia nelle quattro sofferenze di nascita, invecchiamento, malattia e morte. Gli disse inoltre: «Naturalmente è lecito chiedersi quale sia la via corretta nella vita però, se davvero hai del tempo a disposizione, sarebbe meglio impiegarlo praticando l’insegnamento di Nichiren. Dopotutto sei giovane e grazie alla pratica riuscirai a comprendere che stai seguendo il sentiero corretto della vita. Questo te lo posso garantire» (RU, 2, 132). Mentre ascoltava le risposte chiare e sincere di Toda, il giovane Ikeda sentì di potersi fidare di quell’uomo. Nishikata: In quella occasione Sensei recitò una poesia che aveva composto al momento, pieno di gratitudine nei confronti del maestro Toda: «Viaggiatore,/ da dove giungi? / E qual è la tua meta?/ [...] per trovare un grande albero,/ che non si pieghi nella tempesta,/ io emergo dalla terra» (RU, 2, 137). Harada: Nell’udire l’ultimo verso, il maestro Toda sorrise felice. Jim Garrison, presidente della John Dewey Society, ha affermato che grazie a quella poesia estemporanea «il presidente Toda fu colpito dallo spirito [del giovane Ikeda] e probabilmente percepì che era emerso un Bodhisattva della Terra in grado di aiutare le persone comuni; dalle rovine riarse del dopoguerra era emersa una fenice». Dieci giorni dopo, il 24 agosto 1947, Ikeda ricevette il Gohonzon. In quel preciso istante Josei Toda e Daisaku Ikeda, maestro e discepolo, intrapresero il primo passo per realizzare la pace e salvare le persone comuni nel Giappone del dopoguerra. Kabasawa: Sensei ha affermato che il fattore decisivo per cui decise che Toda sarebbe stato il suo maestro di vita fu la sua opposizione al militarismo e la lotta in prigione per i suoi ideali. Credo che allo stesso tempo il maestro Toda, scarcerato solo due anni prima, stesse attendendo un discepolo che avesse il suo stesso spirito (kokoro). Harada: Durante la guerra la Soka Gakkai fu vittima di una forte oppressione da parte del governo militarista giapponese al punto che i maestri Makiguchi e Toda furono arrestati e il maestro Makiguchi morì in carcere per essere rimasto fedele ai suoi ideali. In tali circostanze, molte persone adulte avevano voltato loro le spalle e avevano abbandonato la fede. Alla luce di ciò, il maestro Toda si rese profondamente conto che poteva fidarsi solo dei giovani. Nel testo della Canzone dei compagni che compose nella cella del carcere di Sugamo di Tokyo, dove era stato imprigionato, si legge: «Mi alzo da solo, /abbracciando con orgoglio il grande voto/ di diffondere la Legge mistica» (NRU, 19, 194). Inoltre, dal verso che intona: «Non lesinerò la mia vita,/ ma dove siete voi, giovani portabandiera?» (RU, vol. 3, 18) possiamo comprendere che il maestro Toda – che aveva una visione lungimirante di kosen-rufu – stesse attendendo l’apparizione di giovani successori. E questi «giovani portabandiera», guidati dal maestro Ikeda, si sono effettivamente alzati. Lo scorso gennaio i giovani d’Europa hanno inviato al maestro Ikeda un dvd con il video della loro nuova canzone, Torchbearers (Tedofori). So che nel comporre il testo i giovani hanno approfondito insieme il significato della Canzone dei compagni e hanno quindi creato la loro nuova canzone con la determinazione di ereditare la “fiaccola del grande voto di kosen-rufu”. Il 2 ottobre saranno trascorsi sessant’anni da quando Ikeda partì per il suo primo viaggio all’estero per realizzare kosen-rufu mondiale. Grazie al suo impegno instancabile la rete dei Bodhisattva della Terra richiamati dal maestro Toda si è diffusa in centonovantadue paesi e territori del mondo. Comprendere il cuore del maestro e agire alla velocità della luce Hayashi: Il giovane Ikeda si è formato sotto la guida del maestro Toda. Presidente Harada, può parlarci degli instancabili sforzi di Sensei durante la sua giovinezza che le sono stati raccontati direttamente da lui? Harada: Vorrei condividere con voi tre punti di cui Sensei ha parlato spesso. Il primo è: «All’epoca venivo chiamato dagli altri giovani “frangiflutti”». Il maestro Toda era impegnato a formare tutti i giovani. A volte dava guide particolarmente severe, ma queste erano sempre rivolte al maestro Ikeda. Tutti gli altri responsabili, invece, tendevano a nascondersi dietro di lui e non ricevevano mai il “colpo diretto” dei rimproveri di Toda. A tal proposito Sensei scrive: «Ciò rappresenta il mio orgoglio in quanto discepolo. Durante la mia giovinezza riuscii a imprimere fin nella profondità del mio essere, più di chiunque altro, il ruggito del leone del mio maestro». Quest’ultimo riponeva un’enorme fiducia nei confronti del giovane Ikeda, che era determinato a percorrere per tutta la vita il cammino di maestro e discepolo. Il maestro Toda inoltre aveva il forte desiderio di farlo crescere fino a farlo diventare un grande leader mondiale. Ecco perché riservava a lui le guide più severe. Tuttavia, all’epoca i membri del Gruppo giovani non riuscivano a capire il motivo per cui il maestro Toda fosse così severo. Sensei una volta ha affermato: «Aiutavo tutti loro a “comprendere” quali fossero i reali sentimenti del maestro Toda». Ogushi: In passato, durante una sua conferenza presso la Columbia University degli Stati Uniti, il presidente Ikeda ha affermato: «Il 98 per cento di quello che sono oggi lo devo al mio maestro e alla formazione da lui ricevuta». Egli ha davvero percorso fino in fondo la “via del discepolo basata sul legame di non dualità con il maestro”. Harada: Il secondo punto di cui voglio parlarvi oggi è che Sensei mi ha detto spesso di possedere “un’antenna di precisione” perché, proprio come questa capta anche i segnali più impercettibili, lui era in grado di capire profondamente il significato delle parole del maestro Toda, comprendendo anche ciò che nessun altro riusciva nemmeno a percepire e agendo di conseguenza. Effettivamente, Sensei seguiva il maestro Toda ovunque andasse, come il corpo segue la sua ombra, e preparava ogni cosa agendo in maniera fulminea. È sempre stato in grado di percepire con estrema acutezza cosa ci fosse nel cuore del suo maestro così da poter agire alla velocità della luce in ogni situazione. Hayashi: Come è stato possibile tutto ciò? Harada: Ha dimostrato tale capacità perché ha vissuto con lo stesso spirito che animava Toda e ha riflettuto costantemente sul vero significato delle sue parole, continuando ogni giorno a dialogare intimamente con lui e a custodirlo nel suo cuore. Possiamo affermare che un vero discepolo è colui che, ovunque si trovi, custodisce sempre e con risolutezza il maestro nel proprio cuore. «Finché c’è Daisaku, la Gakkai avrà un futuro certo» Kabasawa: Credo che la cosa fondamentale non sia “imparare” dal maestro, quanto “mettere in pratica” fedelmente ciò che insegna. So che il maestro Toda dichiarò: «Finché c’è Daisaku, la Gakkai avrà un futuro certo». Harada: Esatto, è proprio così. Sensei afferma spesso: «Ho realizzato interamente la visione del maestro Toda». Questo è il terzo punto di cui voglio parlarvi oggi. Il 3 maggio 1951, in occasione della sua nomina a secondo presidente della Soka Gakkai, il maestro Toda dichiarò di voler trasmettere la Legge mistica a settecentocinquantamila famiglie. Allora la Soka Gakkai contava solo tremila membri, e nessuno riusciva a considerare realizzabile tale obiettivo. Eppure il giovane Ikeda si alzò da solo. Portò alla cerimonia di nomina del presidente Toda un amico, che quello stesso giorno decise di unirsi alla Soka Gakkai: il suo desiderio di rispondere al maestro aveva dato subito i frutti. A febbraio del 1952 divenne consigliere del capitolo Kamata di Tokyo, e grazie alla sua guida il capitolo riuscì a realizzare il record di propagazione di duecentouno famiglie. Non solo aveva compiuto il primo passo verso l’obiettivo delle settecentocinquantamila famiglie, ma aveva anche aperto una breccia verso la sua concreta realizzazione. Una volta disse: «Ho realizzato ogni singolo obiettivo del mio maestro Toda, anche quelli che diceva per scherzo. Ecco perché negli ultimi anni della sua vita non voleva fare nemmeno una battuta di fronte a me». Al contrario, so che molte persone consideravano la lungimirante visione di kosen-rufu del maestro Toda come un “racconto fantastico”. A dire il vero, sul Seikyo Shimbun dell’epoca non venne fatto alcun cenno alla dichiarazione di Toda sul suo scopo di voler convertire settecentocinquantamila famiglie. Forse i redattori ebbero timore di pubblicare una cifra simile quando all’epoca vi erano solo circa tremila membri. Solo Ikeda decise di realizzare assolutamente quella grandiosa impresa insieme al suo maestro, o meglio per conto del suo maestro. Questo significa essere un autentico discepolo, questa è la vera via di maestro e discepolo. Attualmente la Soka Gakkai ha spiccato il volo come religione mondiale. Oltre a diffondere in tutto il mondo la filosofia di pace incentrata sul Buddismo di Nichiren Daishonin, il maestro Daisaku Ikeda ha fondato varie istituzioni, tra cui il sistema scolastico Soka basato sulla creazione di valore, l’Associazione concertistica Min-on e il Tokyo Fuji Art Museum. La nostra organizzazione è alla guida di un grande movimento per la pace, la cultura e l’educazione in grado di unire il mondo intero. Il presidente Ikeda è riuscito a realizzare tutto ciò che nel periodo pionieristico non era neanche immaginabile. Kabasawa: Oggi Sensei si fida immensamente di noi giovani e attende con trepidazione la nostra crescita. Noi giovani continueremo ad avanzare con risolutezza lungo il cammino dei successori! Harada: A guidare il grande flusso di kosen-rufu mondiale siete senza dubbio voi giovani. In questo periodo in cui ci troviamo ad affrontare la pandemia di Covid-19, una prova senza precedenti, voi ragazzi e ragazze del Gruppo giovani – che state espandendo la rete dell’incoraggiamento e della speranza sfidandovi in dialoghi condotti con metodi creativi – state vivendo la vostra giovinezza con lo stesso spirito combattivo del maestro Ikeda. Desidero che lo consideriate il vostro massimo orgoglio e che continuiate ad avanzare lungo la via di non dualità di maestro e discepolo. SECONDA PUNTATA Pubblicata sul Seikyo Shimbun del 7 settembre 2020 L’Università Toda, grazie alla quale il giovane Ikeda incise nella sua vita gli insegnamenti del maestro Una giovinezza temprata da esercizio e studio costanti nel mezzo di aspre lotte Shiga: Il presidente Ikeda ha affermato: «La Soka Gakkai è, come indica il suo stesso nome, “un’associazione per apprendere” (il termine giapponese gakkai è composto da due ideogrammi: gaku, apprendere, imparare; e kai, associazione, riunione, assemblea). Con questa guida nel cuore, i ragazzi e le ragazze del Gruppo giovani, nonostante le difficoltà causate dalla pandemia di Covid-19, si stanno impegnando sinceramente nello studio del Buddismo utilizzando metodi creativi, per esempio organizzando lezioni di Gosho online. Facendo proprie le auree parole del Daishonin «Se vi preoccupate anche solo un po’ della vostra sicurezza personale, dovreste prima di tutto pregare per l’ordine e la tranquillità in tutti e quattro i quadranti del paese» (RSND, 1, 25), anche i ragazzi e le ragazze del Gruppo studenti si stanno sfidando con tutte le forze nello studio, senza lasciarsi sconfiggere dalle circostanze esterne. Harada: Rivolgendosi ai membri del Gruppo giovani che continuano a lottare duramente per far fronte a grandi prove e avversità, il maestro Ikeda afferma: «Sto vegliando su di voi con tutto il mio cuore e il mio affetto. In questo momento siete alle prese con difficoltà e sofferenze indescrivibili, ma abbiate la certezza che tutto diventerà un tesoro prezioso per la vostra vita». In un’altra occasione ha inviato loro un caloroso incoraggiamento in cui spiega che ogni cosa imparata con la massima dedizione costituisce un grande nutrimento spirituale per la propria crescita: «Voi responsabili del Gruppo giovani siete estremamente impegnati, molto più di tante altre persone. [...] Proprio per questo ciò che imparate nel mezzo di dure battaglie costituisce un profondo nutrimento per la vostra vita». Ogushi: Il presidente Ikeda ha dialogato con molti intellettuali e figure di spicco di tutto il mondo, tra cui Anatoly Logunov, ex-rettore dell’Università di Mosca nonché fisico teorico di chiara fama. Parlando del suo incontro con il maestro Ikeda, il professor Logunov ha affermato: «Ha avuto una grandissima influenza sulla mia vita spirituale e ampliando la mia visione della vita mi ha aiutato ad attribuire un significato profondo non solo a ciò che riguarda il mio ristretto ambito di competenza, ma alla vita nella sua interezza, con tutte le sue sfaccettature». Harada: Il professor Logunov ha definito il presidente Ikeda suo “maestro spirituale”. Sensei ha più volte ribadito che tale fiducia incrollabile da parte di intellettuali e figure di spicco di tutto il mondo deriva interamente dalla formazione ricevuta in giovinezza dal suo maestro, presso quella che chiama affettuosamente “Università Toda”. Nel gennaio del 1949 Ikeda iniziò a lavorare presso la casa editrice del maestro Toda continuando a frequentare la scuola serale a cui si era iscritto l’anno precedente. Sebbene quello stesso anno gli affari di Toda avessero preso ad andare sempre peggio, Sensei continuò a sostenere con tutte le forze l’azienda del maestro. All’inizio del 1950, Toda gli disse: «Mi rincresce profondamente farti questa richiesta, ma pensi di poter lasciare la scuola e darmi una mano a tempo pieno?». Era consapevole che senza una dedizione costante del giovane non sarebbero riusciti a superare la difficile situazione in cui versavano i suoi affari. Da quel momento si assunse la responsabilità dell’istruzione del ragazzo: ogni domenica a casa sua gli dava lezioni private su un’ampia gamma di materie. E dopo la nomina a secondo presidente della Soka Gakkai, il maestro Toda iniziò a impartirgli lezioni nel suo ufficio presso il quartiere di Ichigaya ogni mattina, prima del lavoro. Sia quando erano rivolte solo a Ikeda, sia quando erano aperte anche ad altre persone, il presidente Toda teneva le sue lezioni con grande passione, concentrandovi tutto il suo essere: questa è l’Università Toda. Ogushi: È risaputo che il maestro Toda si dedicava anima e corpo a ciascuna di queste lezioni, durante le quali non permetteva a nessuno di prendere appunti. Harada: So che per spiegare questo divieto durante una sua lezione raccontò la storia di uno studioso di cultura occidentale che venne a Nagasaki per studiare la medicina olandese. Prese un’infinità di appunti e i suoi quaderni riempivano tutte le sue valigie. Ma durante il viaggio di ritorno a casa la nave naufragò e lui perse il bagaglio con tutti i suoi quaderni di appunti. Durante le lezioni, però, si era concentrato così intensamente nel trascrivere ogni cosa che veniva detta che non gli era rimasto in mente nulla. «Ecco perché – spiegò Toda – voglio che mettiate tutto nella vostra testa. Non prendete alcun appunto» (NRU, 16, 172). Anche il presidente Ikeda quando ci vedeva prendere appunti durante le sue guide ci diceva: «È inutile prendere appunti. La cosa fondamentale è incidere tutto nella propria vita». Ha formato noi giovani esattamente come gli era stato insegnato dal maestro Toda. Hayashi: Gli argomenti delle lezioni del maestro Toda spaziavano dall’economia, al diritto, alla chimica, all’astronomia, alla storia del Giappone e del mondo, alla letteratura cinese e alla politica. Harada: Non solo: Toda tenne anche lezioni su celebri opere letterarie quali La città eterna, I briganti, Il romanzo dei Tre Regni, Heike monogatari (Storia della famiglia Taira), Il conte di Montecristo, Taras Bul’ba e Novantatre. Infondeva davvero tutte le sue energie nella crescita dei giovani. Ancora oggi il maestro Ikeda spiega passi del Gosho, aforismi e opere classiche premettendo di aver imparato tutto grazie all’Università Toda. Questo ci fa capire quanto abbia studiato seriamente gli insegnamenti del suo maestro, li abbia incisi nel cuore e custoditi con cura. Ciò si ritrova anche nei suoi innumerevoli discorsi, guide, conferenze, proposte di pace e raccolte di dialoghi. Il maestro Toda esortava sempre i giovani a trovare il tempo per leggere e riflettere, e chiedeva spesso al giovane Ikeda quale libro stesse leggendo. Quando questi gli diceva il titolo dell’opera iniziava a fargli una domanda dopo l’altra, chiedendogli di cosa trattasse e quali fossero i suoi pensieri o le sue riflessioni a riguardo. Il maestro Toda continuò a formare severamente il suo discepolo fino a due settimane prima di venire a mancare. La profonda gratitudine per il fiore donato dal maestro, massimo orgoglio Nishikata: So che un giorno, al termine di una delle lezioni presso l’Università Toda, il maestro prese un fiore da un vaso sulla sua scrivania e lo inserì nel bavero della giacca del discepolo, dicendogli: «È il tuo premio per aver completato questo corso con il massimo dei voti», e aggiunse: «Hai fatto un ottimo lavoro. Mi piacerebbe poterti regalare un orologio d’oro, ma questo è tutto quello che ho. Mi dispiace che sia così» (NRU, 21, 178). All’epoca le difficoltà economiche di Toda erano all’apice, e il giovane Ikeda si stava sforzando disperatamente per sostenere il suo maestro e la Soka Gakkai. Harada: È un episodio estremamente importante, poiché ci parla dell’essenza del legame tra maestro e discepolo Soka. In quel periodo, nonostante stesse lottando contro la malattia, il giovane Ikeda recitava incessantemente Daimoku, agiva con la forza e la tenacia di un demone asura e si impegnava al massimo nello studio. In seguito ha spiegato che le fatiche di allora divennero la forza per non lasciarsi sconfiggere da nulla. Comprese profondamente con la fede il significato di quel fiore, e lo considerò come il simbolo della lode più sincera da parte del suo grande maestro di kosen-rufu. Tornato a casa, lo offrì al Gohonzon e recitò un Daimoku pervaso dalla gratitudine. Questo episodio rappresenta perfettamente le parole del Daishonin: «È il cuore che è importante» (RSND, 1, 889). Descrive così i sentimenti che provò in quel momento: «Quel fiore era la più bella onorificenza del mondo. Ero profondamente commosso. Mi sentii la persona più felice della terra» (NRU, 21, 179). Kabasawa: All’interno della serie “Studi su Daisaku Ikeda: perseguire il cammino verso una religione mondiale”, pubblicata sul settimanale giapponese Aera (Asahi Shimbun Extra Research and Analysis, lett. Ricerca e analisi supplementari dell’Asahi Shimbun, settimanale pubblicato dal quotidiano Asahi Shimbun), lo scrittore e commentatore politico Masaru Sato parla in modo approfondito di questo episodio: «Il fiore appuntato dal presidente Toda sul petto del presidente Ikeda rappresenta un riconoscimento accademico di gran lunga più importante di qualsiasi dottorato. Ciò che conta non sono i titoli di studio quali diplomi o lauree; l’essenziale è fare proprie le conoscenze scolastiche». Sottolinea che proprio per questo, quando ricevette quel fiore, il maestro Ikeda si sentì «la persona più felice della Terra». Harada: Attualmente il presidente Ikeda riceve innumerevoli espressioni di lode e apprezzamento nei confronti del suo contributo alla pace, alla cultura e all’educazione. A oggi ha ricevuto onorificenze da ventiquattro paesi del mondo e 396 lauree honoris causa da altrettante università e istituzioni accademiche; queste “corone di saggezza” conferitegli da ogni parte del pianeta rappresentano il frutto del suo costante impegno in tali ambiti. Parlando di onorificenze, il maestro Toda era solito esprimere la sua massima lode ai compagni e alle compagne di fede per i loro instancabili sforzi. La Soka Gakkai ha ereditato questo spirito e invia lettere di ringraziamento per lodare e incoraggiare i membri che si impegnano duramente per kosen-rufu. A tal proposito, una volta il presidente Ikeda ha affermato: «Se quando ricevete una lettera di ringraziamento o un altro riconoscimento lo considerate come un semplice pezzo di carta, ve ne pentirete sicuramente. Si tratta di un attestato in cui si dichiara che avete dedicato la vita a kosen-rufu. È essenziale mantenere sempre questo spirito». Una guida estremamente importante. «Per il futuro dedicatevi ogni giorno allo studio, anima e corpo» Shiga: Ovunque andasse, il maestro Ikeda si è sempre impegnato alla formazione dei giovani, donando loro calligrafie e poesie di vario genere. Non credo sia esagerato affermare che uno dei principali obiettivi dei suoi viaggi fosse proprio la crescita di giovani che avrebbero dovuto assumersi la responsabilità di kosen-rufu nelle rispettive zone del mondo. Harada: Vorrei condividere con voi un episodio accaduto nel maggio del 1977, quando il presidente Ikeda visitò il centro culturale di Kumamoto inaugurato il mese precedente. In quell’occasione si tenne la cerimonia di inaugurazione di tre monumenti in pietra che recavano iscritte le parole dei tre presidenti, e di un altro con la descrizione delle origini del centro culturale. Improvvisamente Sensei indicò il responsabile di prefettura del Gruppo giovani e gli chiese di leggere ad alta voce ciò che vi era scritto. Forse per l’agitazione di essere stato interpellato inaspettatamente, il giovane lesse con esitazione, decifrando con difficoltà alcuni caratteri cinesi particolarmente complessi. A quel punto il maestro Ikeda sottolineò l’importanza che i responsabili si preparassero in anticipo sforzandosi di leggere e imparare a memoria le iscrizioni, e ricordò la formazione ricevuta dal maestro Toda affermando: «La formazione che Toda riservava ai giovani era molto rigida. Egli sosteneva addirittura che avrebbe dedicato il suo tempo solo ai veri discepoli, ossia a coloro che si sforzavano di imparare e crescere. [...] Grazie alla sua formazione severa e al contempo compassionevole sono diventato la persona che sono oggi. Per il futuro spero vivamente che i giovani si dedichino anima e corpo allo studio, per tutta la vita, a prescindere dai loro impegni» (NRU, 25, 269). Nishikata: L’ambito di maestro e discepolo è davvero molto severo. Al tempo stesso sento la grande compassione di Sensei nel voler trasmettere tutto questo a noi giovani. In quanto suoi discepoli non possiamo esimerci da un atteggiamento serio e rispettoso nei suoi confronti. Harada: Esprimendo i suoi sentimenti più profondi in merito alla stesura del romanzo La nuova rivoluzione umana ha affermato: «Come io sono stato formato personalmente dal mio maestro presso l’Università Toda, con quest’opera voglio dialogare vita a vita con i giovani del Giappone e del mondo intero». I giovani di tutto il mondo stanno studiando La nuova rivoluzione umana come se dialogassero con il loro maestro, considerandola il nutrimento quotidiano per la loro fede. Studiare costantemente e mettere in pratica le parole del maestro è un allenamento che permetterà loro di farle proprie. Man mano che tutti e tutte voi crescerete fortificandovi, sarà possibile costruire una Soka Gakkai giovane e ancora più solida. TERZA PUNTATA Pubblicata sul Seikyo Shimbun del 10 settembre 2020 La fondazione del Gruppo giovani è l’origine della lotta condivisa di maestro e discepolo per kosen-rufu Un discepolo che si alza da solo con lo stesso voto del maestro Shiga: Il maestro Toda, che fu nominato secondo presidente della Soka Gakkai il 3 maggio 1951, fondò i Gruppi giovani uomini e giovani donne quello stesso anno, rispettivamente l’11 e il 19 luglio. Il giovane Ikeda si sforzò duramente dietro le quinte per far sì che il maestro Toda venisse nominato secondo presidente. Harada: Fin da quando gli affari di Toda erano stati sull’orlo del fallimento, e anche dopo che egli aveva annunciato l’intenzione di dimettersi dalla nomina di direttore generale della Soka Gakkai, nell’agosto del 1950, Ikeda lottò con tutte le sue forze, con profonda determinazione: «Lavorerò sodo e riuscirò a saldare i debiti del mio maestro. Voglio far sì che diventi presidente della Soka Gakkai: questa è la mia lotta in quanto suo discepolo!». In mezzo a tali difficoltà, il 7 gennaio 1951 Sensei scrisse nel suo diario: «Non mi importa delle sofferenze che dovrò affrontare, perché l’onore di aver potuto studiare sotto la sua direzione costituirà per me la felicità più grande e più nobile» (Diario giovanile, Esperia, p. 120). Toda riuscì ad assumere la guida del movimento di kosen-rufu come secondo presidente della Soka Gakkai proprio grazie a questa strenua lotta di Ikeda, che ha continuato a percorrere fino in fondo il cammino di maestro e discepolo anche nelle circostanze più avverse. Nishikata: Il 3 maggio 1951, in occasione della sua nomina a secondo presidente della Soka Gakkai, il maestro Toda annunciò lo scopo della sua vita: trasmettere il Buddismo di Nichiren Daishonin a settecentocinquantamila famiglie. Ne La nuova rivoluzione umana è descritta una scena che mi ha colpito molto, in cui il maestro Toda dichiara: «Mi occuperò di kosen-rufu. Realizzerò l’obiettivo delle settecentocinquantamila famiglie aderenti alla nostra associazione con i miei sforzi. Volete aiutarmi?» (NRU, 22, 14). Harada: Il maestro Toda non disse mai: «Occupatevene voi!». Si era alzato da solo per kosen-rufu. I suoi discepoli scelsero di aiutarlo e si unirono alla sua lotta. Nello stesso capitolo si legge: «In una sola occasione Toda disse a Shin’ichi: “Kosen-rufu dipende da te. Dà l’avvio a una campagna per adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese, come insegna Nichiren Daishonin. Ma anche se decine di migliaia di persone volessero unirsi alla nostra lotta, nella realtà non saranno in grado di far nulla se non hanno lo spirito di alzarsi da sole per kosen-rufu”. Toda stava cercando di far crescere un discepolo che, come lui, fosse un vero campione, che potesse fare suo questo obiettivo e infine raggiungerlo. Aveva affidato a Shin’ichi la missione di diventare quel tipo di discepolo» (Ibidem). Credo che attraverso le parole del maestro Toda il presidente Ikeda ci stia spiegando che la cosa più importante in assoluto è che tutti noi diventiamo discepoli mossi dallo spirito di alzarsi da soli, proprio come il nostro maestro. Nishikata: Due mesi dopo essere stato nominato secondo presidente della Soka Gakkai, il maestro Toda fondò i gruppi giovani uomini e giovani donne. Ne La nuova rivoluzione umana viene descritto il dialogo tra il maestro Toda e il suo discepolo Ikeda la sera prima della fondazione del Gruppo giovani uomini. Harada: Qui viene riportata espressamente l’intenzione di Toda in merito al significato della fondazione dei Gruppi giovani uomini e giovani donne: «Voglio far crescere giovani che [...] abbraccino fedelmente gli insegnamenti corretti del Buddismo di Nichiren Daishonin per tutta la vita e lavorino per la felicità di tutte le persone. Si tratterà di individui che saranno sempre orgogliosi di essere miei discepoli, e che si dedicheranno fino all’ultimo istante di vita alla realizzazione del grande ideale di kosen-rufu. [...] Se l’orgoglio di percorrere il cammino Soka di maestro e discepolo e la determinazione di dedicare la vita a kosen-rufu si indeboliscono, la nostra organizzazione non avrà futuro. Se ciò dovesse accadere, i membri non avranno più la consapevolezza di essere dei Bodhisattva della Terra e perderanno di vista il cammino verso l’autentica felicità. I giovani devono alzarsi e fare in modo che ciò non avvenga» (NRU, 26, 31). E rivolgendosi al giovane Ikeda lo esortò dicendo: «Ti prego di diventare la vera forza motrice del Gruppo giovani, un modello dal quale le persone possano eternamente trarre ispirazione! Dai avvio alla tua lotta come responsabile in prima linea e conduci la nostra organizzazione verso la realizzazione di kosen-rufu. [...] Conto su di te! Lavora per la felicità di tutta l’umanità! A tale scopo, è importante che la Soka Gakkai continui a impegnarsi, generazione dopo generazione, per kosen-rufu e per adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese» (Ibidem). Questo è il significato più profondo della fondazione dei Gruppi giovani uomini e giovani donne. Shiga: Il giorno successivo, durante la cerimonia per la fondazione del Gruppo giovani uomini (11 luglio 1951), il maestro Toda affermò nel suo discorso: «Il prossimo presidente della Soka Gakkai è sicuramente tra voi riuniti qui oggi. Sono assolutamente convinto che egli sia qui e voglio porgergli le mie più sincere congratulazioni». Disse anche: «Kosen-rufu è la missione che devo assolutamente adempiere» (NRU, 22, 20). Harada: Un pioniere di kosen-rufu che aveva partecipato quella cerimonia, nel ricordare quel momento disse: «Durante il suo discorso il maestro Toda – che di solito era molto diretto e passionale – parlò in maniera così delicata da lasciarci perplessi». Da qui possiamo capire che il maestro Toda partecipò alla fondazione del Gruppo giovani uomini nutrendo particolari aspettative. Allo stesso tempo credo che con questo discorso il maestro Toda stesse definendo una questione fondamentale, ovvero a chi affidare il movimento di kosen-rufu. Il giorno in cui si tenne la riunione inaugurale per la fondazione del Gruppo giovani uomini, Ikeda fu nominato responsabile di gruppo e in quel momento, poiché aveva percepito con la sua stessa vita il desiderio e i sentimenti del maestro, formulò il voto di realizzare un’ulteriore espansione di kosen-rufu. In un recente saggio ricorda che quattro giorni dopo, il 15 luglio, partecipò a una riunione a Sendai – nella prefettura di Miyagi del Tohoku – dove condivise con convinzione le sue esperienze di fede e di come fosse riuscito a guarire dalla tubercolosi grazie alla pratica buddista. In quell’occasione otto persone che partecipavano per la prima volta a una riunione decisero di entrare a far parte della Soka Gakkai. Decidere significa agire: Ikeda fece suo il voto del maestro e passò subito all’azione. La filosofia della Legge mistica è il requisito fondamentale per la felicità Hayashi: Pochi giorni dopo la fondazione del Gruppo giovani uomini, il 19 luglio fu fondato il Gruppo giovani donne. Quel giorno, il maestro Toda affermò: «Desidero che ogni giovane donna, senza eccezioni, diventi felice». Harada: Erano trascorsi solo sei anni dalla fine della seconda guerra mondiale. Durante la riunione inaugurale Toda ricordò che fino ad allora quella delle donne era stata «una storia di dolore e di rimpianto per il proprio amaro destino» (RU, 5, 82), e affidò al Gruppo giovani donne della Soka Gakkai la missione di trasformare completamente quella storia triste e dolorosa. Disse inoltre: «Il requisito fondamentale per la felicità del genere femminile è l’eterna e imperitura filosofia della Legge mistica. È quindi essenziale vivere fino in fondo la propria esistenza con una fede pura e tenace» (Ibidem). Il presidente Ikeda ha ereditato il desiderio e la visione del suo maestro e ha continuato costantemente a prendersi cura delle giovani donne e a incoraggiarle. Tra le settantaquattro giovani donne che avevano preso parte alla cerimonia vi era anche Kaneko: faceva parte della prima generazione del Gruppo giovani donne. All’epoca lavorava presso una banca di Ginza, a Tokyo. Quel giorno si precipitò alla riunione subito dopo il lavoro. Si era sempre impegnata al massimo nel lavoro – guadagnando la fiducia della società – e nelle attività della Gakkai in vista della fondazione del Gruppo giovani donne. Ogushi: Attualmente la rete solidale delle giovani donne dell’Ikeda Kayo-kai, avvolte dall’affetto del maestro Ikeda e della signora Kaneko, si sta diffondendo in tutto il mondo. In vista della riunione mondiale dei giovani del 27 settembre continueremo a incoraggiarci a vicenda e a espandere sempre di più la nostra rete di amicizia e felicità nelle nostre comunità e nella società intera. La realizzazione della felicità di tutte le persone comuni e di una pace duratura Nishikata: Nel ventiduesimo volume de La nuova rivoluzione umana viene descritta la riunione commemorativa per il trentesimo anniversario della liberazione del presidente Toda dal carcere, il 3 luglio 1975. In quell’occasione il presidente Ikeda si ricordò di tutte le volte che il suo maestro gli aveva parlato dello “spirito di alzarsi da soli”. Mentre ascoltava le osservazioni dei massimi responsabili della Gakkai, gli vennero le lacrime agli occhi al pensiero di quanto sarebbe stato felice il suo maestro se avesse potuto vedere, a soli trent’anni dalla sua scarcerazione, che la Soka Gakkai era diventata una delle più grandi organizzazioni religiose del Giappone. Harada: Durante la riunione Sensei affermò: «Alla luce degli scritti di Nichiren Daishonin sappiamo che dovremo affrontare tempeste, persecuzioni, attacchi. Ma per proteggere la libertà di culto, i diritti umani, la pace e la felicità della gente comune dobbiamo perseverare nella nostra lotta. [...] Per riuscire a realizzare la felicità delle persone comuni e una pace duratura, trascorrerò la vita proteggendo e sostenendo la Soka Gakkai con tutte le mie forze. Credo che questo sia il modo di realizzare l’impegno che ho preso con Josei Toda» (NRU, 22, 17). A maggio di quello stesso anno Sensei si era recato in Europa e in Unione Sovietica per i suoi viaggi di pace. C’ero anche io ad accompagnarlo; ricordo un episodio accaduto quando l’aereo su cui viaggiavamo – decollato dall’aeroporto di Haneda – aveva raggiunto i cieli della Siberia. Più o meno in quel momento il maestro Ikeda, che fino ad allora era assorto nei suoi pensieri, si girò di scatto verso di me ed esclamò: «Quest’anno sarà il trentesimo anniversario della liberazione dal carcere del maestro Toda!»; poi condivise una dopo l’altra una serie di idee per celebrare l’evento. Sensei dice spesso che nel suo cuore c’è sempre il maestro Toda. Tuttavia rimasi estremamente colpito e commosso nel constatare con i miei stessi occhi che, per realizzare le ultime volontà del presidente Toda, continuava a riflettere profondamente sulle guide da lui ricevute e a impegnarsi instancabilmente girando per il mondo senza risparmiarsi. In quel momento rimasi ad ascoltarlo con la massima attenzione. Durante la riunione commemorativa del 3 luglio, inoltre, il presidente Ikeda annunciò il progetto di erigere un monumento nel villaggio di Atsuta, il paese natale di Toda in Hokkaido, per «elogiare i risultati del mio maestro e assicurare che siano ricordati e apprezzati per sempre» (NRU, 22, 17). Due anni dopo, il 2 ottobre 1977, fu completato il Parco cimiteriale Josei Toda. Credo che la profondità dei sentimenti di Ikeda nei confronti del suo maestro si rifletta nell’incredibile velocità con cui questo monumento fu realizzato. Kabasawa: Sono sempre commosso e ispirato da quanto Sensei abbia continuato a percorrere la via di maestro e discepolo con la stessa determinazione del periodo della sua giovinezza. Credo proprio che la via di maestro e discepolo sia la chiave della realizzazione di una “Soka Gakkai giovane”. Per il maestro Ikeda, così come per l’intera organizzazione, la fondazione del Gruppo giovani ne ha costituito la vera e propria origine: voglio incidere questo concetto nel mio cuore. Harada: Personalmente, fin da giovane avevo riflettuto a lungo e parlato con i miei coetanei della fondazione dei Gruppi giovani uomini e giovani donne, e sono fermamente convinto che quella cerimonia fu estremamente importante e significativa in quanto «l’istituzione del Gruppo giovani segnò il vero e proprio inizio degli sforzi della Soka Gakkai per promuovere kosen-rufu [...] e annunciò l’inizio dell’impegno congiunto di maestro e discepolo per realizzare kosen-rufu» (NRU, 22, 20-21). Ora, dopo quasi settant’anni, si sta per tenere la riunione mondiale dei giovani, a cui parteciperanno giovani Bodhisattva della Terra di ogni paese e territorio del mondo. Si tratta di una cerimonia storica in cui i giovani erediteranno dal maestro Ikeda il testimone di kosen-rufu e costituirà senza dubbio una nuova partenza colma di speranza nell’eterno viaggio di maestro e discepolo per trasformare il destino dell’umanità. QUARTA PUNTATA Pubblicata sul Seikyo Shimbun del 21 settembre 2020 Lo slancio per espandere il movimento di kosen-rufu con vigore e convinzione: la forza trainante per realizzare lo scopo della vita del maestro Nishikata: Il 2 gennaio 1953 Daisaku Ikeda, che quel giorno aveva compiuto venticinque anni, fu nominato responsabile della prima squadra del Gruppo giovani uomini. In quel momento diede inizio con vigore e convinzione alla sua battaglia per realizzare lo scopo della vita di Toda di trasmettere il Buddismo di Nichiren a settecentocinquantamila famiglie. Harada: L’obiettivo fissato era di mille membri per ciascuna squadra. All’epoca la prima squadra, guidata dal giovane Ikeda, contava 337 membri. Per triplicare quel numero egli provò a creare maggiore unità tra le figure centrali, nominando prima di tutto nuovi individui capaci e aumentando da sei a dieci il numero dei gruppi della sua squadra; chiamò i dieci responsabili di gruppo “i dieci campioni di squadra” e annunciò che sarebbero stati il centro di tutte le attività. Poi creò dieci nuclei all’interno di ciascun gruppo e nominò dei responsabili per ciascuno di essi, chiamandoli “i cento campioni di squadra”. Infine condivise la sua visione per la vittoria, e propose che i responsabili di ciascun nucleo aumentassero di dieci volte il numero dei loro membri (cfr. NRU, 17, 199). Inoltre, ritenendo che avere chiaro il motivo per cui ci si impegna nella fede e nella pratica fosse la chiave di volta nella crescita di nuove persone capaci, li incoraggiò dicendo: «Perché recitiamo Gongyo? Perché attraverso la pratica possiamo trionfare nella vita? Perché parliamo del Buddismo alle altre persone? Se riusciamo ad abbracciare e a comprendere profondamente questi scopi fondamentali, saremo in grado di impegnarci come protagonisti e di prendere l’iniziativa, piuttosto che far fare passivamente tutto agli altri». «Per quale scopo? Per quale motivo?» Non è questione di metodi o strategie; si può vincere solo se ogni persona comprende le finalità e le motivazioni di un’impresa e ne è fermamente convinta. Questo è il punto essenziale. Nishikata: Ispirandoci alle lotte del maestro Ikeda, dallo scorso anno (2019) noi membri del Gruppo giovani uomini abbiamo avviato il movimento dei “dieci campioni di kosen-rufu”, riunendo le figure centrali di Gruppo e di Hombu. Anche adesso stiamo organizzando attivamente riunioni e incontri informali online, e in molte zone il numero dei membri è aumentato in modo significativo; con tenacia e costanza stiamo costruendo e ampliando le basi del castello delle persone capaci. Harada: L’impegno del maestro Ikeda in gioventù costituisce un modello imperituro per una Soka Gakkai giovane. Egli si è sempre preso cura fino in fondo di ogni singolo individuo. Insieme ai responsabili di gruppo si recava in bicicletta di casa in casa per visitare e incoraggiare i compagni di fede, e quando non riusciva a incontrarli inviava loro delle cartoline. Queste azioni, fatte sempre di propria iniziativa, diedero un grande slancio al movimento di propagazione, e nel novembre di quello stesso anno la prima squadra riuscì a realizzare l’obiettivo di mille membri. Far crescere persone capaci, rafforzare l’unità tra le figure centrali e prendersi cura di ogni persona: il maestro Ikeda, attraverso le sue lotte in gioventù, ci ha mostrato cosa conta davvero. Shiga: Nell’aprile del 1953 il giovane Ikeda fu nominato consigliere del capitolo Bunkyo, e grazie a ciò uno dei capitoli meno attivi raggiunse i massimi risultati nella propagazione del Buddismo. Poi, il 30 marzo del 1954, anno in cui si sarebbe celebrato il terzo anniversario della nomina del maestro Toda a secondo presidente della Soka Gakkai, fu nominato responsabile dello staff del Gruppo giovani. Harada: La nomina giunse direttamente dal maestro Toda che gli disse: «Daisaku, è giunto il momento che ti alzi da solo. Ti affido tutto». Infatti il responsabile dello staff del Gruppo giovani era sostanzialmente responsabile dell’organizzazione e della gestione dell’intera Soka Gakkai. Fino ad allora Toda aveva guidato la Soka Gakkai da solo, portando tutto sulle sue spalle. Se paragonassimo la Soka Gakkai a una nave, egli ne era stato sia il motore sia il timone. Stava formando il suo discepolo affidandogli una posizione di piena responsabilità nel movimento di kosen-rufu. Il giorno della nomina Ikeda riportò nel suo diario questa frase di Gosho: «In definitiva a meno che non riusciamo a dimostrare che questo è l’insegnamento supremo, i disastri e le calamità continueranno inesorabilmente» (Curare la malattia, RSND, 1, 989). Non posso fare a meno di percepire l’ichinen risoluto e indomito di Sensei che, sotto la guida del suo maestro, si stava assumendo la piena responsabilità di kosen-rufu. Ricordando quel momento ha scritto: «Le persone non possono vivere in pace se la società non è tranquilla e sicura. I giovani Soka entrano coraggiosamente in azione e lavorano per la pace e la felicità, per se stessi e per gli altri. Attraverso sforzi tenaci portano avanti la rivoluzione umana e trasformano il loro karma. Tali sforzi contribuiscono direttamente alla realizzazione dell’ideale del Daishonin di “adottare l’insegnamento corretto per la pace del paese”» (NR, 647, 9). Compiere nuove azioni mirando al futuro Ogushi: In questo momento in cui il mondo intero sta affrontando le sfide derivanti dalla pandemia di Covid-19, noi giovani rinnoviamo la nostra determinazione basandoci sulle guide del maestro Ikeda. Vogliamo apprendere seriamente dalle dure lotte che ha intrapreso quando era responsabile dello staff del Gruppo giovani. Harada: Ciò che mi ha colpito di più riguardo la strenua lotta di Sensei per kosen-rufu è che portò avanti l’espansione del nostro movimento con una forza incredibile, in grado di superare qualsiasi ostacolo e realizzare ogni obiettivo. Circa un mese dopo la sua nomina a responsabile dello staff del Gruppo giovani riuscì a radunare cinquemila giovani per il pellegrinaggio al tempio principale e sei mesi dopo poté addirittura raddoppiare quel numero, riunendo diecimila giovani. Pensiamo alla campagna estiva di Sapporo del 1955 e a quelle di Osaka e Yamaguchi del 1956: anche queste imprese, che risplendono luminose nella storia del nostro movimento, furono realizzate sotto la guida del maestro Ikeda durante il periodo in cui era responsabile dello staff del Gruppo giovani. Non occorre dire che queste campagne costituirono la principale forza trainante per raggiungere lo scopo del maestro Toda di trasmettere il Buddismo di Nichiren a settecentocinquantamila famiglie. Ripensando ad allora Sensei ha scritto: «Nessuna di queste campagne fu facile. Furono aspre battaglie che tutti ritenevano difficili se non impossibili. Tuttavia, come discepolo del mio grande maestro, non potevo assolutamente permettermi di perdere». Vinse grazie a una forte preghiera e ad azioni coraggiose, portate avanti giorno dopo giorno. Ogushi: Dal momento in cui fu nominato responsabile dello staff del Gruppo giovani, la marea montante di kosen-rufu si diffuse in tutto il Giappone e allo stesso tempo le attività della Soka Gakkai andarono sempre più diversificandosi. Non fu così? Harada: Ciò che percepisco è che Sensei stava mettendo in pratica la sua determinazione ad agire sulla base di nuove idee, puntando sempre al futuro. Inoltre riteneva che kosen-rufu fosse anche un grande movimento culturale. Il 6 maggio 1954, circa un mese dopo la sua nomina a responsabile dello staff del Gruppo giovani, fu fondata la banda musicale. Attualmente la banda musicale e la banda di pifferi e tamburi hanno un ruolo estremamente attivo: alle competizioni nazionali si classificano come le migliori e vengono invitate per esibirsi in eventi locali. Nel novembre dello stesso anno si tenne un festival sportivo organizzato dal Gruppo giovani, che fu battezzato “Festival del secolo”: da qui nasce la tradizione dei festival culturali per la pace e di altri eventi promossi dal Gruppo giovani. Non solo, da quando Sensei fu nominato responsabile dello staff del Gruppo giovani, si iniziarono a filmare i principali eventi della Soka Gakkai. È solo grazie alla sua lungimiranza che oggi possiamo vedere i filmati di eventi come la storica dichiarazione di Toda per l’abolizione delle armi nucleari e la cerimonia commemorativa del 16 marzo. «Come posso rendere felici i compagni e le compagne di fede?» Kabasawa: Sensei è sempre stato una fonte inesauribile di nuove idee. Da cosa pensa dipenda? Harada: Credo dipenda unicamente dal suo ichinen basato sul voto di realizzare kosen-rufu e dal fatto che ha sempre pensato sinceramente ai membri, chiedendosi costantemente: «Come posso renderli felici?», «Come avanzare con coraggio e speranza?». Ancora oggi mantiene questo atteggiamento. Durante la questione con il clero, quando nell’aprile del 1979 fu costretto a dimettersi dalla carica di terzo presidente della Soka Gakkai, i preti della Nichiren Shoshu e tutti coloro che avevano abbandonato la fede e lasciato la Soka Gakkai gli impedirono di dare guide durante le riunioni o scrivere sulle riviste della Soka Gakkai. All’epoca egli affermò: «Sono un discepolo del maestro Toda. Pertanto, qualsiasi circostanza debba affrontare, anche se dovessero togliermi ogni incarico, non smetterò mai di lottare per kosen-rufu. State a vedere cosa sarò in grado di fare!». Quindi dedicò tutto se stesso alle visite ai membri, alle guide personali e agli incontri informali in piccoli gruppi. Inoltre, dal momento che gli era stato proibito di dare guide durante le riunioni, cercò di incoraggiare i membri guidando con fermezza le canzoni della Soka Gakkai, facendo in un solo giorno foto commemorative con migliaia di compagni e compagne di fede, o stringendo loro la mano, al punto che a volte le sue mani diventavano rosse per il gonfiore. Ci ha insegnato che da un forte ichinen, basato su uno spirito indomito che arde per kosen-rufu e che desidera incoraggiare i membri, sgorga una saggezza senza limiti. Hayashi: Attualmente anche noi giovani stiamo intraprendendo dialoghi traendo ispirazione da nuove idee, utilizzando per esempio le piattaforme online, per rispondere al maestro Ikeda che ha realizzato kosen-rufu mondiale. Harada: In ogni parte del mondo i giovani stanno prendendo l’iniziativa per realizzare la missione di kosen-rufu, con il desiderio di ripagare il debito di gratitudine nei confronti del maestro; trovo tutto questo molto rassicurante e incoraggiante. A pensarci ora, i maestri Toda e Ikeda hanno intrapreso insieme e portato avanti con costanza il cammino verso kosen-rufu mondiale. Il 18 novembre 1953 fu ristampata l’opera del maestro Tsunesaburo Makiguchi La teoria del valore (giapp. Kachiron). Il maestro Toda aveva proposto di inviare questo libro alle università e agli istituti di ricerca di tutto il mondo. E il maestro Ikeda portò avanti l’iniziativa insieme al Gruppo giovani, riuscendo a inviare il volume a 422 università e istituti di ricerca in circa cinquanta paesi. Nel 2003, a cinquant’anni dalla sua pubblicazione, il libro La teoria del valore è entrato a far parte della collezione della Bodleian Library della prestigiosa Oxford University nel Regno Unito. Nel 1989 questa istituzione aveva conferito al presidente Ikeda il certificato di “amico onorario della biblioteca a vita”, un riconoscimento per il suo contributo alla pace e all’educazione. Un episodio rispetto al quale non posso non percepire una mistica connessione. Sotto la guida del maestro Toda il presidente Ikeda ha riflettuto profondamente sullo sviluppo del movimento di kosen-rufu nel mondo intero, agendo poi concretamente per realizzarlo. Tutto questo ha portato all’attuale movimento Soka per la pace, la cultura e l’educazione diffuso in tutto il pianeta. Shiga: So che quando il giovane Ikeda fu nominato responsabile dello staff del Gruppo giovani, Toda non gli disse mai chiaramente cosa doveva fare, ma lo allenò a ragionare come se avesse la responsabilità di ogni cosa. Harada: Per rispondere al suo maestro, Sensei si assunse la responsabilità di tutto e aprì la strada a kosen-rufu. Un discepolo si alza da solo, non dipende dal maestro: questo è l’atteggiamento più importante che noi discepoli dobbiamo assumere, ed è ciò che il nostro maestro ha messo in pratica con risolutezza fin dalla sua giovinezza. Egli scrive: «Superare qualsiasi ostacolo e dedicarsi fino in fondo all’espansione di kosen-rufu insieme ai giovani, con uno spirito sempre giovane, è la tradizione eterna di una Soka Gakkai giovane». In vista della riunione mondiale dei giovani che si terrà tra pochi giorni (il 27 settembre 2020), desidero che noi membri adulti dei Gruppi uomini e donne sosteniamo con tutte le nostre forze i giovani, facendo ardere in noi il loro stesso spirito. QUINTA PUNTATA Pubblicata sul Seikyo Shimbun del 24 settembre 2020 Il 16 marzo sarà per sempre il “giorno del voto di maestro e discepolo” Essere successori significa mostrare la prova concreta della vittoria del discepolo Shiga: Fra pochissimi giorni (il 27 settembre 2020) si terrà la riunione mondiale dei giovani. In vista di questo grande evento, i giovani discepoli di Sensei di tutto il mondo stanno avanzando al ritmo della nuova canzone Eternal journey with Sensei (Il viaggio eterno insieme a Sensei). Questa canzone si apre con le parole: «Let us soar, you and I, into the dawning skies /Let us strive as long as we live!» (Libriamoci, tu e io, nei cieli dell’alba/ Sforziamoci finché viviamo!). Questa strofa è ispirata alle parole del presidente Ikeda contenute nel sesto e ultimo capitolo del trentesimo volume de La nuova rivoluzione umana: «Andiamo avanti insieme! Lottiamo finché avremo vita» (Il voto, Esperia, 172). Alla riunione mondiale parteciperanno i giovani di tutto il mondo che si sono alzati in risposta alle grandi aspettative di Sensei. Harada: Sono convinto che sarà un magnifico raduno in cui formuleranno il voto di realizzare kosen-rufu insieme al maestro per l’eterno futuro: tutto ciò rispecchia perfettamente le parole del Sutra del Loto: «[Le persone che avevano udito la Legge] dimorarono in varie terre di Budda, rinascendo di continuo insieme ai loro maestri» (SDL, 203). Il 16 marzo 1958 si tenne la storica cerimonia definita “la prova generale di kosen-rufu”, a cui parteciparono seimila tra giovani uomini e giovani donne, sotto la guida del maestro Toda. In quell’occasione il presidente Toda affidò il testimone di kosen-rufu ai suoi amati discepoli del Gruppo giovani, guidati dal giovane Ikeda. Nel descrivere quel giorno il presidente Ikeda afferma: «Fu una grande cerimonia basata sulla non dualità di maestro e discepoli, sulla non dualità tra il maestro Toda e me, tra il secondo e il terzo presidente. [...] Fu un giorno in cui i miei amati giovani si alzarono insieme a me formulando il voto di kosen-rufu con una determinazione che avrebbero mantenuto per sempre». Il 16 marzo è il giorno del voto del discepolo che promette solennemente al maestro di realizzare kosen-rufu. Credo che tutti voi abbiate studiato in modo approfondito la storia di quell’evento nel quarto capitolo del dodicesimo volume de La rivoluzione umana, “I successori”. La cerimonia del 16 marzo si tenne l’anno dopo che fu raggiunto lo scopo del maestro Toda di trasmettere il Buddismo di Nichiren Daishonin a settecentocinquantamila famiglie – nel dicembre del 1957. A tale proposito, il presidente Ikeda scrive: «Trasmettere il Buddismo del Daishonin a settecentocinquantamila famiglie era il voto di maestro e discepolo. Se non avessimo realizzato quel voto comune, non si sarebbe mai tenuta la grandiosa cerimonia del 16 marzo». In definitiva, è possibile realizzare il passaggio del testimone di kosen-rufu solo grazie alla prova concreta della vittoria del maestro e del discepolo. Ogushi: Per la cerimonia del 16 marzo un giovane uomo preparò, dietro richiesta di Ikeda, una sorta di portantina per trasportare il maestro Toda, la cui salute era sempre più precaria. Quest’ultimo, però, quando vide la portantina per la prima volta esclamò: «Ma è troppo grande! In battaglia sarebbe inutile!» (RU, 12, 243). Harada: Esatto. In quell’occasione il maestro Toda usò parole molto dure: «Non avete pensato a quei poveri giovani che dovrebbero portare sulle spalle una cosa così pesante? Serve qualcosa di più leggero, che possa essere trasportato facilmente ovunque». In realtà Ikeda aveva pensato a una portantina che fosse abbastanza grande da far stare comodo il maestro e ridurre il più possibile il carico sul suo corpo, così debole da non riuscire quasi più a camminare. Non conoscendo i sentimenti che avevano spinto il giovane a costruire quel tipo di portantina, alcuni responsabili adulti lì presenti sogghignarono, mostrando un atteggiamento poco sensibile. Ma il discepolo aveva compreso perfettamente il cuore del suo maestro. Anche quelle parole dure costituivano per lui un allenamento, severo ma colmo di affetto. Disse quindi al maestro Toda: «[...] questa portantina è stata costruita dai suoi discepoli ed è il frutto della loro sincerità. Non potrebbe salirci?» (RU, 12, 253); a quelle parole Toda annuì sorridendo e salì sulla portantina. Dopo la cerimonia esclamò: «Quando mi sentirò meglio vorrei girare tutto il Giappone su quella portantina!». Il giovane Ikeda corse con il pensiero al Romanzo dei tre regni, in cui si racconta di quando Zhuge Liang, gravemente malato, guidò le sue truppe dall’alto di un carro a quattro ruote nella battaglia delle pianure di Wuzhang. In realtà il cuore dei discepoli riempiva di gioia il maestro Toda. Per aiutarli a diventare grandi leader, però, li allenava con severità. Ripensando a questo episodio, rimango ancora una volta estremamente colpito dalla forza e dalla profondità del legame di maestro e discepolo che c’era tra i due. Non permettere mai alle funzioni demoniache di ostacolare kosen-rufu! Ogushi: A proposito della cerimonia del 16 marzo 1958, è molto famoso l’episodio per cui il maestro Toda chiese di preparare zuppa di maiale per tutti i giovani che si sarebbero riuniti fin dalle prime ore del mattino dopo aver viaggiato in treno o autobus. Harada: Ai partecipanti fu chiesto di portare con sé una tazza e delle bacchette. Tutti si erano chiesti a cosa sarebbero potute servire, per poi scoprire con grande sorpresa che al loro arrivo li attendeva una calda zuppa di maiale, preparata apposta per loro. Sebbene fosse metà marzo, alle pendici del Monte Fuji – dove si sarebbe svolta la riunione – alle prime ore dell’alba faceva ancora molto freddo. Il maestro Toda ebbe cura di far trovare una pietanza che potesse riscaldare quei giovani infreddoliti, soddisfare la loro fame e dare energia. Tutti i partecipanti mangiarono con gusto, profondamente commossi da una tale manifestazione di affetto di Toda, che desiderava sempre prendersi cura dei giovani. Nishikata: La cerimonia iniziò alle 12:40, con il giovane Ikeda nelle vesti di maestro di cerimonia. Di fronte ai seimila giovani lì riuniti, il maestro Toda dichiarò: «La Soka Gakkai è regina del mondo religioso» (cfr. RU, 12, 261). Il suo ultimo ruggito del leone era rivolto ai giovani successori. Harada: «Regina del mondo religioso»: fu una grande dichiarazione di vittoria da parte di Toda, che aveva dedicato la vita a kosen-rufu. A tale proposito il presidente Ikeda scrive: «L’espressione “regina nel mondo religioso” racchiude lo spirito del Sutra del Loto, il “re di tutti i sutra” che rivela la Legge mistica per condurre tutti gli esseri all’Illuminazione, e si riferisce ai “re” che adempiono l’arduo ma fondamentale compito di kosen-rufu [...]. Noi, maestro e discepoli Soka, continueremo a lottare con questo spirito di “re e regine” per l’infinito futuro» (NR, 588, 4). Ha inoltre riportato le seguenti parole del maestro Toda: «La Soka Gakkai, in quanto regina del mondo religioso, deve inviare persone eccellenti in tutti i campi della società» (NR, 602). Sento che ora stiamo realizzando fino in fondo il suo desiderio. Nishikata: Una decina di giorni dopo la cerimonia del 16 marzo, al Taiseki-ji (tempio principale) il responsabile dell’educazione maltrattò alcuni giovani chierici che si stavano esercitando in Gongyo. Era un prete che spesso insultava i membri della Gakkai, trattandoli con disprezzo e arroganza. Quando il giovane Ikeda riferì l’accaduto al maestro Toda, questi gli disse con severità: «Non devi mai darti per vinto nella tua lotta contro il male» (NRU, 2, 113). È una guida che noi giovani dovremmo sempre avere ben impressa nel nostro cuore. Harada: All’epoca il maestro Toda era estremamente amareggiato dall’atteggiamento corrotto e dissoluto del clero. Si chiedeva: «Perché le cose hanno preso questa piega? Perché i preti hanno dimenticato di vivere per il loro unico scopo, ovvero kosen-rufu. Una volta che si è perso di vista questo obiettivo, tutto va alla deriva. È una cosa deplorevole. Con la bocca parlano di “eterna prosperità della Legge”, ma in realtà sono molti i preti che si preoccupano soltanto di conservare i loro privilegi e di soddisfare le loro ambizioni personali. Di conseguenza sono diventati schiavi dei desideri e sono caduti in uno stato di degrado» (RU, 12, 283). Poi dichiarò: «Durante la guerra non furono i nemici esterni che cercarono di distruggere il Buddismo di Nichiren Daishonin. Furono le azioni malvagie di alcuni preti codardi che intendevano proteggere loro stessi. [...] Ma il Buddismo del Daishonin fu protetto soprattutto dal presidente Makiguchi e dalla Soka Gakkai: così riuscì a sopravvivere. È per questo che possiamo dire che lo spirito del Daishonin e la fede pura nel suo insegnamento esistono soltanto all’interno della Soka Gakkai. Il clero ha potuto ricostruire il legame con il Buddismo del Daishonin solo perché, dal dopoguerra, ha collaborato al fine di stabilire legami di fiducia con i membri della Gakkai. Se i preti dovessero separarsi dalla Gakkai, la Nichiren Shoshu diverrebbe una scuola che offende la Legge e contamina lo spirito autentico del Daishonin» (Ibidem). Il presidente Ikeda ha spiegato che l’affermazione di Toda: «Non devi mai darti per vinto nella tua lotta contro il male» costituì per lui una guida estremamente profonda che mirava al futuro, e che lo esortava a combattere con risolutezza contro la corruzione e il degrado che si erano insediati all’interno del clero. L’ultima guida che diede Toda prima di morire fu: «Non permettere mai alle funzioni demoniache di ostacolare kosen-rufu!». Questo ruggito, proveniente dalla profondità del suo spirito, è estremamente importante, e non dobbiamo mai dimenticarlo. Mirando al novantesimo anniversario della fondazione, rendiamo protagoniste le giovani generazioni! Shiga: So che una volta, incoraggiando i membri poco prima di morire, il maestro Toda dichiarò: «Ho già deciso chi diventerà il terzo presidente». Harada: Esattamente. Il maestro Toda disse: «Dopo la mia morte, colui che diventerà terzo presidente della Soka Gakkai assumerà interamente la guida di kosen-rufu e getterà salde basi dell’ideale di kosen-rufu mondiale e del metodo per realizzarlo. Porterà sicuramente a termine tutto questo così che poi non avrà importanza chi diventerà il presidente successivo, sarà sufficiente che si tratti di una persona umile capace di trattare ogni individuo allo stesso modo. Se seguirete fedelmente e metterete in pratica gli insegnamenti del terzo presidente, riuscirete certamente a realizzare kosen-rufu mondiale». E proprio come aveva previsto, grazie alla guida di Daisaku Ikeda kosen-rufu mondiale è diventato una realtà. Kabasawa: Il 16 marzo 1960, due anni dopo la storica cerimonia, il giovane Ikeda scrisse nel suo diario: «La grandiosa celebrazione di kosen-rufu della prova concreta non avrà fine con questo giorno» (Diario giovanile, Esperia, 823). Ciò accadeva due mesi prima della sua nomina a terzo presidente della Soka Gakkai. Harada: Ciò fa comprendere quanto il presidente Ikeda abbia continuato a lottare ogni giorno mantenendo sempre vivo il voto del 16 marzo. In seguito scrisse: «La nostra pratica quotidiana di Daimoku e Gongyo ha anche un significato collegato alla Cerimonia nell’aria. [...] Ogni giorno è il 16 marzo. [Ogni giorno] è e sarà sempre il giorno per determinare e intraprendere con risolutezza una nuova partenza verso la vittoria» (NR, 623, 9). In quanto suoi discepoli anche noi impegniamoci al massimo con lo spirito secondo cui ogni giorno è il 16 marzo. Hayashi: Nel 1988, in occasione del trentesimo anniversario del 16 marzo, il presidente Ikeda presentò il lungo poema dal titolo Un blu più intenso dell’indaco. Una guida eterna per noi giovani, ai quali il maestro si rivolge con queste parole: «Non domandatevi se questo/ imponente flusso di kosen-rufu/ sia una storica necessità./ Piuttosto, chiedetevi sempre/ se state voi stessi trasmettendo la passione/ che rende kosen-rufu inevitabile» (NR, 623, 22). Harada: Sensei ha sempre incoraggiato le persone giovani a essere protagoniste di kosen-rufu. Quest’anno (2020) abbiamo celebrato il sessantesimo anniversario della sua nomina a terzo presidente, mentre il 18 novembre celebreremo il novantesimo anniversario della fondazione della Soka Gakkai. Desidero che tutti noi ci impegniamo in questa seconda parte dell’anno con il cuore colmo di gratitudine nei confronti di Sensei e della sua strenua lotta portata avanti con lo spirito di non risparmiarsi per la propagazione della Legge. Ora che abbiamo dato il benvenuto all’epoca di una “Soka Gakkai giovane”, in ogni parte del mondo giovani discepoli e discepole si stanno risvegliando alla loro missione di Bodhisattva della Terra e stanno diffondendo speranza nella società. Prima di tutto desidero che continuiamo a impegnarci fino in fondo in vista della riunione mondiale dei giovani, in modo da non avere alcun rimpianto e realizzare una meravigliosa, storica vittoria. Solo così questa riunione mondiale potrà costituire un grande punto di svolta, colmo di speranza, per il ventunesimo secolo. Più di chiunque altro, il presidente Ikeda veglia sulla crescita di ogni membro del Gruppo giovani, che attende con trepidazione e speranza.

Per una Soka Gakkai giovane

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