BS 203 / 1 novembre 2020
I grandi astronomi. Osservate le stelle e sviluppate un cuore grande quanto l’universo
Arcobaleni di speranza, scritti di Daisaku Ikeda per i bambini e le bambine delle scuole elementari
Le Olimpiadi e Paraolimpiadi estive presto avranno inizio nella città di Rio de Janeiro (rispettivamente dal 5 al 21 agosto e dal 7 al 18 settembre 2016) e tra quattro anni (nel 2020) si terranno a Tokyo. Prego affinché tutti voi, miei cari amici del Gruppo futuro, diventiate vincitori di medaglie d’oro nella vita, affrontando le sfide che si presenteranno nei settori di vostro interesse con lo stesso spirito imbattibile dei grandi atleti.
Sapete com’è fatta la bandiera del Brasile? Le stelle al centro rappresentano il cielo notturno di Rio de Janeiro del 15 novembre 1889, il giorno in cui nel paese fu proclamata la repubblica.
Ho visitato Rio de Janeiro in due occasioni. La prima fu cinquant’anni fa, nel 1966: il cielo era tempestato da innumerevoli stelle e assomigliava a una scatola piena di gioielli. Non dimenticherò mai la Croce del Sud, una luminosa costellazione visibile dall’emisfero australe.
Oggi parleremo delle meraviglie dell’universo come se tutti assieme osservassimo il cielo e le stelle.
Guardate il cielo stellato quando lottate
Le stelle si muovono nel cielo seguendo schemi particolari e la maggior parte di esse è visibile in un determinato momento dell’anno e in uno specifico punto del cielo. Questo spiega perché gli antichi sapessero orientarsi in mare utilizzando la posizione delle stelle: esse rappresentavano una fonte di speranza che li guidava a destinazione.
Nel 1609 l’astronomo italiano Galileo Galilei (1564-1642) fu il primo a misurarne il movimento utilizzando un telescopio. All’epoca si credeva che il sole e le stelle ruotassero attorno alla Terra. Galileo, invece, in base alle sue osservazioni, dichiarò che era la Terra a girare attorno al sole. Questa sua convinzione causò lo scompiglio: venne processato dalle autorità e gli fu ordinato di abbandonare questa sua nuova teoria. Ma egli si rifiutò dicendo: «Eppur si muove». Coloro che si sforzano di comprendere la realtà sono persone dalla ferma convinzione.
Oggi tutti sappiamo che la Terra, mentre ruota attorno al suo asse, gira al contempo attorno al sole. Certo, ci sono ancora molti misteri irrisolti riguardo all’universo: dove finisce e quanto è grande? Quante stelle ci sono? C’è vita su altri pianeti?
Il mese scorso, la sonda spaziale della Nasa Juno, lanciata nel 2011, ha raggiunto dopo ben cinque anni Giove, uno dei pianeti osservati da Galileo. La sua missione consisteva nel raggiungere l’orbita del pianeta per esplorare alcuni dei suoi misteri.
Ci sono inoltre molte cose interessanti da sapere sul sole, la stella che ogni giorno vediamo sopra di noi. Esso dista circa centocinquanta milioni di chilometri dalla Terra e la sua luce impiega più o meno otto minuti e diciannove secondi per raggiungerci. Ciò significa che il sole che vediamo nel cielo è il sole di otto minuti prima.
Le stelle che invece osserviamo nel cielo notturno sono molto più distanti da noi rispetto al sole, motivo per cui ci appaiono così piccole. Quando le vediamo luccicare, osserviamo una luce che da anni, anzi, milioni di anni, viaggia attraverso l’universo!
Quando lottate, guardate il cielo stellato. La luce delle stelle, che ha viaggiato fino a noi superando innumerevoli ostacoli per raggiungerci, vi incoraggerà allegramente come per dire: «Non lasciatevi abbattere dalle piccole cose!».
Durante la seconda guerra mondiale, quando al suono delle sirene correvo a rifugiarmi sottoterra, ricordo che trattenevo il fiato e, al vedere una stella cadente, esprimevo il desiderio che arrivasse la pace.
Questo mese (agosto 2016), se le condizioni meteorologiche sono buone, dovremmo riuscire a vedere lo sciame meteorico delle Perseidi.
Se si ha coraggio si può scrivere la storia
Ho conosciuto e stretto legami di amicizia con molti rinomati astronomi in tutto il mondo. Uno di essi è Ronaldo Mourão (1935-2014), di Rio de Janeiro, con il quale condussi e pubblicai un dialogo. Egli fu il primo brasiliano a dare il proprio nome a un asteroide.
Furono i suoi genitori a ispirarlo a diventare astronomo facendogli nascere la passione per le stelle e la loro osservazione. Sua madre, in particolare, parlava spesso di quanto da bambina si fosse emozionata al passaggio della cometa di Halley.
Il piccolo Ronaldo vide per la prima volta una cometa all’età di sei anni in compagnia di suo padre. Gli si aprì un mondo e si mise a studiare con grande impegno per comprendere i misteri dell’universo, riuscendo alla fine a realizzare il sogno di diventare astronomo.
Diceva: «Non si può ottenere nulla senza coraggio e passione. Le persone dotate di coraggio possono scrivere nuove pagine di storia».1
Spero che ognuno e ognuna di voi, con enorme coraggio, segua la propria stella luminosa di speranza.
Conoscere l’astronomia accresce l’amore per la pace
Il 20 luglio del 1969 tre astronauti partirono a bordo della navicella spaziale della Nasa Apollo 11 e uno di essi divenne la prima persona a mettere piede sul suolo lunare. La prima passeggiata lunare fu trasmessa in diretta televisiva, con un pubblico mondiale che applaudiva di fronte a quell’eccezionale traguardo. In quel momento i cuori dell’intera umanità battevano all’unisono.
L’astronomo e fisico americano Robert Jastrow (1925–2008) fu una delle figure centrali del successo dell’allunaggio a opera del programma spaziale statunitense Apollo.
Incontrai Jastrow nel 1993. Allora era direttore dell’osservatorio Mount Wilson a Pasadena, in California. Mi raccontò che stava lavorando a un programma che coinvolgeva le scuole impiegando il telescopio dell’osservatorio e invitava le scuole Soka a prenderne parte. Acconsentii immediatamente, capendo che si trattava di una cosa importante per il futuro, al punto che l’anno successivo (1994) le scuole Soka introdussero l’astronomia all’interno del programma.
Nel febbraio del 2000 le scuole medie e le scuole superiori Soka del Kansai furono le prime scuole giapponesi a partecipare al programma della Nasa Earthkam (Earth Knowledge Acquired by Middle School Students, Informazioni sulla Terra acquisite dagli studenti delle scuole medie inferiori e superiori, n.d.t.). Si tratta di una telecamera in orbita a diverse centinaia di chilometri dalla superficie terrestre che, inizialmente montata su navette spaziali e ora a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, consente agli studenti di osservare la Terra. Inoltre, grazie a Internet, i ragazzi possono controllare la telecamera e anche scattare delle foto alla superficie terrestre.
Finora, le scuole Soka del Kansai hanno preso parte al programma cinquanta volte, un record nuovo e stabile rispetto a tutte le scuole del mondo coinvolte nel programma.
Grazie al programma Earthkam gli studenti possono vedere non solo la bellezza della Terra ma anche i segni della distruzione ambientale.
Mi tornano in mente le parole del mio maestro, il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda: «In futuro, ci si dovrebbe dedicare maggiormente all’insegnamento dell’astronomia. L’apprendimento di nozioni di astronomia sia a scuola sia nella società servirà ad aumentare l’amore per la pace».
Se si osserva la Terra dallo spazio, tutti confini spariscono: prima ancora di avere una particolare nazionalità siamo tutti “terrestri”, ossia abitanti del pianeta Terra.
Toda, che credeva nell’ideale della cittadinanza globale, considerava la razza umana come una sola grande famiglia che abitava sullo stesso pianeta e sosteneva che dovevamo tutti vivere assieme in pace e armonia.
Vista dallo spazio, è impossibile non notare che la Terra è la nostra dimora comune.
Tutti gli esseri viventi sono polvere di stelle
Nel 1991 conobbi l’astronomo britannico Fred Hoyle (1915-2001), il quale scoprì che la maggior parte degli elementi che rendono possibile la vita sulla terra, come il carbone e l’ossigeno, venivano prodotti dalle stelle e distribuiti nello spazio.
In un certo senso, quindi, tutti gli esseri viventi – persone, uccelli, insetti, fiori, alberi – sono fatti di polvere di stelle. Noi siamo, pertanto, un tutt’uno con l’universo.
Per questo motivo danneggiare alberi e fiori o fare del male agli animali, per non parlare delle persone, equivale a fare del male a noi stessi.
Uno degli studenti di Hoyle è stato l’astronomo britannico Chandra Wickramasinghe, con il quale ho anche pubblicato un dialogo. Secondo quest’ultimo gli esseri umani possono andare oltre il proprio egoismo mediante la contemplazione dell’universo.2
Nichiren Daishonin scrive: «Il sole, la luna e le miriadi di stelle si trovano nella nostra vita» (Gli inviati mongoli, RSND, 1, 561). Il sole, la luna e le stelle brillano dentro ciascuno e ciascuna di voi. Quando brillate, di fatto, date anche agli altri la speranza di brillare egualmente. Tutti voi siete stelle guida di speranza.
Pertanto camminate a testa alta, tirate fuori il coraggio e osservate le stelle nel cielo. In questo modo il vostro cuore si espanderà quanto l’universo. Non ci sono limiti alle dimensioni della vostra crescita e all’intensità della luce di cui potete risplendere!
1) Tradotto dall’inglese, Ronaldo Mourão e Daisaku Ikeda, Tenmongaku to Buppo o Kataru (Dialogo sull’astronomia e il Buddismo), Daisanbunmeisha, Tokyo, 2009, p. 95.
2) Tradotto dall’inglese, Chandra Wickramasinghe e Daisaku Ikeda, Uchu to Ningen no Roman o Kataru (Dialogo sul cosmo e la vita umana), Mainichi Shimbunsha, Tokyo, 1993, vol. 2, p. 13.